La chiave rosa
Ecco le indicazione sulla modalità con cui indossare i cristalli perché esprimano al massimo le loro potenzialità.
Le pietre per essere funzionali non possono venire mai forate; devono essere messe addosso grezze, solo la pietra di luna e il lapislazuli vanno portati lavorati. In assonanza al fatto che la luna ed i cieli sono opera della mano del Creatore, le pietre associate devono venire a contatto con noi trasformate dalla lavorazione; le altre invece vanno appoggiate grezze per permetter loro di interagire col corpo della persona secondo il suo libero arbitrio, in quanto risuonano con le opere della persona stessa.
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La disposizione che illustrerò è la migliore per i risultati sulla salute, efficace, efficiente ed anche economica, poiché evita che le pietre si rovinino scheggiandosi. Esse vanno comunque pulite regolarmente, meglio mettendole qualche giorno nella terra.
Si devono collegare i cristalli scelti in una catena che in linea retta vada dalla zona occipitale fino ad oltre il sacro, indossandola quindi sulla schiena. Nelle pietre bisogna riconoscere il verso di crescita e montarle con tale direzione rivolta verso il basso; immaginando la crescita di un cristallo diretta verso l’alto come una stalagmite, vanno montati ribaltati rispetto a tale verso, come fossero stalattiti.
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L’ordine dei colori dall’occipite in giù è: bianco, rosa, rosso, arancio, giallo, verde, blu, indaco, viola, grigio, marrone, nero. I cristalli di colore marrone vanno sempre e solo in fondo, prima di quelli neri, e quelli grigi sopra ai marroni. Sulla catena, dopo il bianco si deve inserire una pietra rosa poi una rossa; con questo ordine di colori dei minerali e questo posizionamento gli eteri negativi si dissolvono al meglio fuori dal campo aurico della persona. Va seguito il senso dei colori dell’arcobaleno senza inversioni. Ciò riflette l’antico significato arcano del termine trascendenza.
Se ci fossero due cristalli dello stesso colore, l’ordine occipite sacro è trasparente-opaco, e chiaro-scuro.
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Tale sequenza rispecchia la direzione fra colori dell’arcobaleno e corpo di terra. Traduce, dissolvendo le negatività, il passaggio da luce bianca intangibile a materia ordinaria colorata. Nella fisicità delle sostanze spirituali relative all’uomo si passa dall’anima, invisibile e associata alla trasparenza bianca, ai toni arcobaleno degli eteri aventi una controparte materiale fisica, fino all’etere nero, che viene infine dissolto dalla pietra nera posta oltre il sacro dopo aver perso gran parte del suo potere per scorporazione.